Prenotazione soggiorno

Età bambino 1

Età bambino 2

Età bambino 3

Età bambino 1

Età bambino 2

Età bambino 3

Età bambino 1

Età bambino 2

Età bambino 3

Età bambino 1

Età bambino 2

Età bambino 3

Stai entrando in visitrimini.com

 
Prenota il tuo soggiorno
 
Home / Notizie / Ultimo tango a Parigi trent'anni dopo

27-06-2002

Ultimo tango a Parigi trent'anni dopo

Il 29 giugno, alla corte degli Agostiniani a Rimini, il capolavoro di Bertolucci festeggia i 30 anni

Il 29 giugno alla corte degli Agostiniani , nel cuore di Rimini, si celebrerà il trentesimo compleanno di ULTIMO TANGO A PARIGI : l’appuntamento con il film che un giovane Bernardo Bertolucci girò nel ’72 e che ebbe un percorso difficile e censuratissimo, è proposto dal Comune di Rimini in collaborazione con la Fondazione Fellini.

Situata cronologicamente tra l’omaggio a Federico della Fondazione tributato (21 -28 giugno) (Luci del varietà, il primo Fellini) e l’avvio della stagione di cinema all’aperto degli Agostiniani, la serata sarà particolarmente interessante per tutti i fans del regista di Parma. In avvio di serata, infatti (ore 21), una videointervista che il critico Tatti Sanguineti ha fatto a Bertolucci. Il cineasta, dopo aver salutato la città di Rimini ringraziandola per l’omaggio che ha voluto tributare al suo sofferto capolavoro, farà delle anticipazioni sul nuovo, atteso film. Sono passati quattro anni dalle atmosfere intimiste de L’assedio, e a metà luglio Bertolucci -come racconterà a Rimini- inizierà in Francia le riprese de I sognatori: ancora Parigi, così come nel celeberrimo Ultimo tango, a fare da sfondo (infatti il titolo era Paris ’68) alla storia di tre giovani che s’incontrano alla Cinémathèque Française, si legano l’un l’altro.

Dopo la videointervista, spetterà al noto critico Morando Morandini (autore tra l’altro del celebre “Dizionario dei film” che porta il suo cognome) introdurre la proiezione di ULTIMO TANGO. La storia maledetta e appassionata di Paul (Marlon Brando) e Jeanne (Maria Schneider) è nota a tutti: s’incontrano casualmente, in un appartamento vuoto di Parigi che entrambi vorrebbero affittare. Lui, un maturo americano dalla vita intensa e drammatica, è reduce dal suicidio della moglie; lei è una ragazza della borghesia parigina che sta per sposarsi. Il rapporto che nasce è travolgente ed esclusivamente fisico: nessuno dei due conosce nemmeno il nome dell’altro. Ma Paul, che vorrebbe cominciare una nuova vita, rompe l’accordo. L’alchimia che si creò sullo schermo tra i due fu straordinaria, sebbene Bertolucci, per il ruolo maschile, volesse Trintignant, con cui aveva fatto Il conformista. Ma il produttore aveva delle pendenze con Brando, e risultò più facile convincere il divo. In occasione dell’anteprima nazionale di ULTIMO TANGO (dicembre ’72, Porretta Terme, Festival del cinema libero), uno spettatore sporse denuncia e il film fu processato dal tribunale di Bologna e assolto il 2 febbraio 1973. La sentenza assolutoria citava Sade, Bataille, Céline, Hemingway e si basava sulla documentazione ricavata consultando gli scaffali della Cineteca di Bologna. Fu fatto ricorso in appello; il film venne condannato e quindi sequestrato. Tuttavia il tempo che intercorse fra i due gradi di giudizio fu sufficiente affinché potessero vedere il film in moltissimi: numerosi sono infatti i primati di ULTIMO TANGO, a partire dai quattordici milioni di spettatori italiani che si affollarono nei primissimi mesi di uscita del film, timorosi di non riuscire più a vedere la pellicola. L'avvisaglia del sequestro funzionò come il più formidabile dei trailers e dei passaparola. Quest’affluenza record costituì la prova generale della distribuzione a tappeto dei film, con numero sterminato di copie stampate e tempi rapidissimi di sfruttamento. La condanna fu poi confermata in Cassazione nel ’76 destinando il film al rogo. Bertolucci intervenne direttamente presso il Presidente Leone che concesse la grazia, permettendo che fossero salvati i negativi e 3 copie della pellicola. Iniziò così un'altalena di gradi di giudizio che durerà un quindicennio, fino alla sentenza di non oscenità del 1987. L'ultimo avvocato sosterrà che l’opera non è più oscena e improiettabile perché, passato tanto tempo, è completamente mutato il comune sentimento del pudore. Il film era colpevole, ora è innocente. Fu osceno ed ora non lo è più. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Il film è vietato ai minori di 14 anni. Info fondazione Federico Fellini, 0541-50303.