Altro fine settimana di grande spettacolo a Castel Sismondo di Rimini. Torna infatti in scena lopera lirica: sabato 18 luglio dalle 21.00 debutta Le Nozze di Figaro, opera buffa in forma semiscenica per canto, pianoforte e attori con musica, ovviamente, del grande Wolfgang Amadeus Mozart. Uno spettacolo a cura dellAssociazione Culturale
Domenica 19 luglio invece sono due gli appuntamenti da segnare in agenda: alle 20.45 spazio allanteprima delle Giornate Medioevali di San Marino con una piccola parata in costume da Piazza Cavour al Castello con esibizione di sbandieratori e torneo di balestra.
A seguire, attorno alle 21.30, il balletto classico fa la sua comparsa sulla scena di Castel Sismondo, riproponendo lantico e travagliato amore fra Romeo e Giulietta. Montecchi e Capuleti... storia di un tragico amore è infatti il titolo dello spettacolo proposto dalla Compagnia Giovani Danzatori Aulos, sotto la direzione di Arturo Cannistrà. Il Balletto si sviluppa su alcune scene brevi e momenti di danza di ampio respiro, per far sì che il pubblico che si avvicina alla danza viva la storia intensamente e ne comprenda ogni suo passaggio. Le musiche saranno di più autori, tutte ispirate al titolo del dramma. Un balletto capace di risvegliare il dramma d'amor giovanile scritto da Shakespeare.
Regia : Arturo Cannistrà
coreografie : Paola Bami, Arturo Cannistrà
costumi :
scenografie : Cristina Scardovi, Michele Giovanazzi
ideazione musicale : Alessandro Baldrati
durata dello spettacolo 65 min.
Un castello pieno di spettacoli e di eventi ma anche darte: ancora pochi giorni infatti per visitare Il ritorno del Maestro, esposizione antiquaria di straordinaria bellezza e inestimabile valore allestita presso le sale di Castel Sismondo.
Sino al 26 luglio nel Maschio della Rocca Malatestiana, accanto a bronzi, dipinti e altre opere darte importanti, è collocata infatti la statuetta di alabastro raffigurante lApostolo Andrea realizzata dal Maestro di Rimini, unopera che per quasi un secolo ha attraversato il mercato antiquariale internazionale, da Berlino agli Stati Uniti, per giungere infine in Italia. Il santo apostolo è infatti ascrivibile al Maestro di Rimini, anonimo quanto prezioso scultore dinizio Quattrocento, attivo probabilmente nel nord della Francia, zona dalla quale esportò in tutta Europa i propri manufatti. Del Maestro rimane tuttora a Rimini solo
Il santo, che si accosta agli apostoli già a Rimini ma soprattutto alle statue dellaltro altare assegnato al Maestro, laltare dellUmiltà di collezione Borromeo, presenta tutti i tratti distintivi dellanonimo, capace di coniugare unestrema eleganza formale, qui riconoscibile nelle vesti e nella barba, con ladesione al dato naturale, evidente nel volto sofferto del santo, in un patetismo espresso anche dalle mani, magrissime e allungate, che reggono la croce.
Questo piccolo alabastro, parte di un ciclo decorativo più ampio e andato perduto, testimonia ancora una volta, seppur indirettamente, lentità e la qualità degli scambi artistici intrattenuti da Rimini nel corso dei secoli.
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