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Home / Notizie / Il nuovo spazio dedicato alle mostre contemporanee nell’Ala Nuova del Museo della città dà il via al percorso di valorizzazione di tre patrimoni della città

18-08-2021

Il nuovo spazio dedicato alle mostre contemporanee nell’Ala Nuova del Museo della città dà il via al percorso di valorizzazione di tre patrimoni della città

dalla collezione d’arte contemporanea dei giovani artisti dell’Emilia Romagna

Dal prossimo mese di ottobre l’Ala Nuova del Museo della Città ospiterà la collezione permanente di arte contemporanea che l’Assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia Romagna metterà a disposizione del Comune di Rimini. Partendo da questo luogo dedicato alla creatività e all'estetica del contemporaneo, ormai consolidato da anni, come l’Ala Nuova del Museo, lo sguardo si allargherà poi ad altri due patrimoni su cui è in corso di progettazione una nuova valorizzazione: il percorso di valorizzazione del Trecento riminese e dei tesori artistici conservati nel Museo della Città, il Museo degli Sguardi e il suo spostamento nel centro storico della città. 

L’Ala Nuova del Museo, edificio razionalista degli anni ‘30, ex padiglione ospedaliero, ha visto nei suoi spazi, dagli anni 2000 un cantiere aperto per poi raffinarsi in interventi di musealizzazione, decine di mostre temporanee. Si parte soprattutto dall’ideale prosecuzione della esperienza della FAR (Fabbrica Arte Rimini), che segnò una impennata di mostre di arte contemporanea e che, dal 2011 al 2018, ha avuto sede prestigiosa nel Palazzo del Podestà che ora ospita la Collezione San Patrignano. A Rimini il terreno dell’arte contemporanea è stato lungamente coltivato. Già dagli anni in cui a Rimini sono state dedicate mostre importanti ad esponenti di punta dell’arte, come a Jannis Kounellis, Lucio Fontana, Vettor Pisani, Omar Galliani, a quando, ancora negli anni ‘80, si realizzarono le mostre di scultura nel centro storico con opere di Viani, Castagna, Minguzzi, Cascella e poi ancora con le kermesse delle mostre Officina Italia, Officina Europa e Anni Ottanta e Anni Novanta curate da Renato Barilli, solo per citare alcuni esempi.
Da ottobre 2021 all'Ala Nuova del Museo sarà possibile ammirare la collezione d’arte contemporanea dei giovani artisti dell’Emilia Romagna che proporrà 15 opere di fotografia, 6 di scultura, 5 di pittura, 2 di disegno, 4 di tecnica mista e 4 opere di videoarte, per un totale di 36 creazioni originali realizzate da altrettanti artisti. Fra questi Claudia Losi, Mattia Pajè, Luca Santese, Elena Mazzi, Marcello Spada, Davide Tranchina, Emili VavarellaNell’anno della pandemia che ha colpito non solo il mondo della musica e del teatro, ma anche quello dell’arte, la Regione ha infatti deciso di promuovere una campagna di acquisto di opere tramite bando, orientate prevalentemente verso la generazione dei trentenni, quella in cui sei già un professionista ma non hai avuto ancora il tempo per consolidare la tua posizione. Ne emerge una fotografia dell’arte in Emilia-Romagna che potrà essere ammirata tutta assieme dall'autunno a Rimini.

Il progetto di valorizzazione del Trecento riminese 
Rimini comincia anche il percorso di valorizzazione del Trecento riminese e dei tesori artistici conservati nel Museo della Città, una scuola non seconda a quella senese e fiorentina, la cui importanza per la storia dell’arte trascende l’interesse strettamente locale. Un rinnovamento dopo oltre vent’anni dalla realizzazione del primo allestimento, stimolato anche dall’esposizione temporanea all’interno del PART dell’affresco del Giudizio Universale e in vista del ricollocamento dell’affresco nella sua sede originaria, alla sala del Giudizio. 
L’obiettivo è di creare una sezione sul Trecento riminese scientificamente accurata e pregiata negli allestimenti, progettando una rimodulazione dei percorsi museali e delle modalità di fruizione delle opere con il supporto di tecnologie immersive e interattive, pur mantenendo l’ossatura cronologica e storica del museo individuata da Pier Giorgio Pasini.  Dopo il lavoro sul Trecento, anche nelle altre sezioni ospitate nel settecentesco palazzo di via Tonini, ex Convento dei Gesuiti, si provvederà a un rinnovamento per giungere alla rigenerazione dell’intero complesso museale. 

Il Museo degli Sguardi 
Per dare nuova vita al Museo degli Sguardi, si sta ripensando allospostamento della sua collocazione, dalla suggestiva Villa Alvarado di Covignano ad una posizione più centrale, nell’ambito del distretto culturale cittadino, all’interno dell’Ala Nuova del Museo della Città. 
Il Museo degli Sguardi rappresenta il punto di arrivo di un lungo percorso di avvicinamento alle culture altre, una storia che inizia nel 1972 quando viene aperto nel Palazzo dell’Arengo e del Podestà, il “Museo delle Arti Primitive - Raccolta Delfino Dinz Rialto”, poi nel 1975 il Museo, quando, divenuto di proprietà comunale, cambia denominazione in “Museo Arti Primitive ‘Dinz Rialto’” e che prosegue nel 1988, quando il Museo viene trasferito a Castel Sismondo dove assume il nome “Museo Culture Extraeuropee ‘Dinz Rialto’”. Dal 2005 apre il Museo a Villa Alvarado con un allestimento curato da un comitato ordinatore di esperti delle diverse culture rappresentate nelle collezioni, e la direzione scientifica affidata all’antropologo di fama internazionale Marc Augé. 
Le parole di Marc Augé sono ancora attuali: “Il Museo degli Sguardi vorrebbe avvicinare il pubblico alla dimensione riflessiva della nostra relazione con l’arte e la cultura degli altri..." E da questa riflessione si vuole aprire un nuovo percorso, affrontando in termini nuovi le questioni dell’interculturalità e della contemporaneità. Un Comitato scientifico di prestigio, che può contare sull’appoggio di Marc Augè, quale guida spirituale del progetto, sarà chiamato nei prossimi mesi alla elaborazione del nuovo progetto che darà nuova sostanza concettuale a un inedito allestimento nel centro storico della città, senza per altro perdere di vista Villa Alvarado per alcune funzioni del Museo che potrà ospitare.