Il titolo enigmatico palindromo latino dalle origini incerte fu scelto anche come titolo per un film di Guy Debord nel 1978.
Illuminato dalla fredda luce di un video proiettore che scandisce spazi, tempi e geometrie, un bianco e nero con una musica ipnotica, questo è l'ambiente nel quale si inanellano le micro narrazioni di questo spettacolo a cavallo fra cinema, danza e teatro.
Al termine dello spettacolo incontro la compagnia coordinato da Laura Gemini a cura del collettivo c_a_p
Il nero profondo dei costumi rende diafani i personaggi e li proietta in un passato senza tempo abitato da un'umanità allo sbando che avanza e si dibatte con una gestualità brusca, emotiva e scomposta, oltre lo sfinimento; mentre il ritmo martellante trasporta poco a poco in una dimensione ipnotica e a un'empatia quasi fisica con la fatica degli interpreti.
“In girum imus nocte et consumimur igni”, “Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco”, va così oltre la sua possibile interpretazione di metafora del vivere come infinito consumarsi nei desideri, per diventare un'esperienza catartica della sua, anche comica, grottesca fatica.
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