L’esposizione, ideata da Giorgio Conti ed Elia Barbiani degli Archivi della Modernità di Venezia, con la collaborazione di Patrizia Poggi, ha tre dimensioni: retrospettiva, prospettiva e propositiva.
La prima, è quella retrospettiva, in quanto intende ricostruire tramite oggetti, opere d’arte e documentazioni, a volte inedite, la storia della viticoltura e delle cantine eccellenti del territorio riminese, dal ‘900 ai nostri giorni.
La seconda dimensione, quella prospettiva, cerca di rispondere alla domanda: “Come si comunicano le eccellenze dei vini tramite le etichette?” Grazie alla collaborazione di LABA Libera Accademia di Belle Arti, sede di Rimini e la docente Maria Cristina Serafini, gli studenti del corso di Graphic Design si sono cimentati nel dare immagine alle tipologie dei vini più importanti del Riminese.
Le bottiglie sono state collocate in teche, a mo’ di “teatrini”, dove gli oggetti vintage e opere d’arte dialogano con le bottiglie con le nuove etichette progettate ad hoc.
Conclude l’esposizione la dimensione propositiva quella che riflette sulla progettazione di una Wine Land della Romagna che, in maniera consortile, sappia valorizzare le potenzialità e le diversità
della viticoltura e della vinificazione che vanno dal territorio Ferrarese al Riminese, passando per la Romagna interna.
Il 16 settembre, alle 16,30, sempre al Museo della città, ci sarà un evento, gratuito su prenotazione, dal titolo: “Come si degustano i vini? Dall’apprezzamento al prezzo.”
Il docente Francesco Angelini dell’Università di Bologna, sede di Rimini, in collaborazione con l’enoteca Fermenta di Rimini, guiderà i partecipanti ad esplorare le valutazioni virtuose o fallaci tra sensazioni emotive (le etichette), quelle argomentative - oggettive di un sommelier e quelle soggettive - gustative, nel determinare la relazione tra apprezzamento e prezzo “virtuale” dei vini eccellenti offerti gratuitamente alla degustazione.
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