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Presentata questa mattina la mostra 'RIMINI NEGLI ANNI '20'

Data comunicato: 
13 Dicembre 2016

 

RIMINI NEGLI ANNI '20.
Il 'Decennio Folle' nelle immagini inedite della collezione Alessandro Catrani

18 dicembre 2016 - 29 gennaio 2017
Rimini – Foyer del Teatro Galli

IL DECENNIO FOLLE, UN'EPOCA IRRIPETIBILE.
La Mostra si pone nell’intento di ricreare un affresco storico fedele della Rimini dal 1919 al 1929. Un decennio che si inaugura con la fine della Prima Guerra Mondiale e termina con la grande crisi economica del 1929.

Tale periodo è meglio noto come il "decennio folle" e la sintesi delle sue annualità come i "Ruggenti anni 20" (Roaring Twenties).

Periodo storico di indubbio fascino che elevò Rimini al rango di "Spiaggia più bella del mondo" (Luigi Pasquini), volendosi alludere, con tale suadente locuzione, alla sintesi di plurime qualità e virtù che la piccola località balneare seppe in quegli anni conquistarsi.

Per comprendere meglio il fenomeno degli Anni ruggenti, occorre brevemente analizzare il periodo storico in cui essi si collocarono.

Negli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale, l'Italia era alle prese con la gravosa ricostruzione, dovendo fare anche i conti con l'alto costo in termini umani ed economici cui il conflitto l'aveva costretta.

Conseguentemente, fra il 1919 ed il 1922, si ebbe un periodo di grave crisi politica caratterizzato, da un lato dal c.d. "biennio rosso" (una serie di lotte operaie e contadine che ebbero il loro culmine e la loro conclusione con l'occupazione delle fabbriche del settembre 1920) e, dall'altro, dall'avvento del Fascismo al potere (1922), con in mezzo l'impresa di Fiume: in tale periodo si verificarono, soprattutto nell'Italia centro-settentrionale, mobilitazioni contadine, tumulti annonari, manifestazioni operaie, occupazioni di terreni e fabbriche con, in alcuni casi, tentativi di autogestione. Le agitazioni si estesero anche alle zone rurali e furono spesso accompagnate da scioperi, picchetti e scontri e la lotta politica causò un numero elevato di morti.

Il "Decennio folle", superata questa prima complessa fase, inaugurò un periodo di grande prosperità dell'economia che portò, fra l'altro, all'introduzione di una vasta gamma di nuovi beni di consumo. 

Favorita da un fenomeno di grande espansione industriale, poi rifluito nei disastri della grande depressione del 1929 e del proibizionismo, creò mode e determinò tendenze, praticamente in ogni aspetto del costume e dell'arte del tempo.

Sul piano del costume e della cultura, lo spirito degli Anni ruggenti, fu segnato da una generalizzata percezione di discontinuità, associata ad un bisogno conseguente di modernità  e ad una necessaria rottura con la tradizione.

Tutto pareva poter essere assoggettato alle moderne tecnologie, specialmente, l'automobile, il cinema e la radio, che ne erano l'espressione principale.

Tale comune sentire ebbe rilevanti effetti formali nel campo architettonico e decorativo, ed anche nelle "piccole cose" di uso comune quotidiano. E’ così che, anche il divertimento, la mondanità, lo svago e gli hobby, furono influenzati dai cambiamenti.

Grazie precipuamente alla diffusione del grammofono e del fonografo (con la nascita di colossi della discografia), furono molte le persone che si avvicinarono, più di quanto non fosse accaduto in passato, alla musica (in particolare a quella jazz) e alla danza, quasi tutto questo fosse un riflesso incondizionato tendente a rimuovere il ricordo degli orrori del primo conflitto mondiale. 

Mentre negli Stati Uniti si assisteva all'esplosione dell'Età del Jazz, (Francis Scott Fitzgerald dava alle stampe alcune sue opere, fra cui Il grande Gatsby, che bene descrive l'epoca in oggetto) in Europa, André Gide e Marcel Proust (quest'ultimo per un breve scorcio), davano un tocco personale alle nuove tendenze, in ascesa parallela rispetto a quella del movimento Dada e mentre il Surrealismo non era poi così lontano.

Il Futurismo assunse un carattere d'assoluta importanza in quegli anni, incoraggiando fortemente il progresso e la modernità. In campo artistico, all'Art Nouveau succedevano i preziosismi dell'Art Déco.

Rimini, come la mostra testimonia, partecipa a pieno titolo a questa grande rivoluzione che è artistica, politica, culturale e di costume.

Nuove tendenze prendono corpo: fascino, seduzione e divertimento, gli imperativi categorici; il movimento e la velocità; Wally Toscanini e Greta Garbo, le splendide icone femminili di riferimento.

L'Oriente de "Le Mille e una Notte" irrompe a sollecitare nuovi maliziosi azzardi di stile e di divertimento; così come balletti russi, atmosfere tzigane, tabarins e sfarzose fantasie veneziane settecentesche, alla moda di Umberto Brunelleschi. Mondanità, galanteria e sensualità, dominano a scena aperta.

In questo turbinio dinamico, attorno al suo splendido Kursaal, ai suoi teatri, ai suoi esclusivi circoli cittadini e ai suoi celebri locali notturni, Rimini costruisce la propria epopea magica.

Feste memorabili, balli all'ultima moda, veglioni a tema (coi più curiosi cotillons), sfarzose toilettes, sfoggio di preziose gemme, donne bellissime e poi, ancora, esplosive manifestazioni balneari, dai celebri corsi dei fiori alle Gimkane, dai concorsi ippici internazionali a quelli automobilistici, attraverso spettacolari corridas de Toros ed ascensioni aerostatiche sul piazzale del Kursaal.

A Rimini transita tutto il bel mondo internazionale degli anni 20, celebri artisti  come Maria Melato e Beniamino Gigli, personalità politiche, come Italo Balbo, Dino Grandi e Benito Mussolini, nonché, la nobiltà europea ed italiana au grand complet.

Nell'effimero itinerario della moda, dell'arte, del ballo, del divertimento e degli sport d'élite, si staglia la favola bella di quell'epopea riminese, sinuosamente fascinosa, dinamica e, al contempo, irripetibile.

Ed ecco che la mostra, con materiali per lo più inediti, mira a trasmetterne, più fedelmente possibile, il senso e le atmosfere.

 

Alessandro Catrani (1966), avvocato penalista riminese, bibliofilo e collezionista di fotografie storiche della Rimini del Primo Novecento, ha esordito come scrittore nel 2004 pubblicando, per i tipi di Panozzo Editore, la sua prima corposa opera "Anni 20… che passione. Accadimenti e vita quotidiana a Rimini nel primo dopoguerra". Nel novembre 2010 ha dato alle stampe, sempre per i tipi di Panozzo Editore, "Kursaal e dintorni. Immagini di Rimini mondana e balneare fra le due guerre". Entrambe le opere sono state dedicate dall’Autore alla cara memoria di suo nonno Aldo Catrani. Da diversi anni è anche redattore della rivista “Ariminum”, ove pubblica stabilmente articoli nella sezione “Tra cronaca e storia”. Ha redatto il capitolo su Rimini nel volume AA.VV. (a cura di Speziali A.) "Romagna Liberty", Santarcangelo di Romagna-Dogana R.S.M., 2012. Dal febbraio 2013 al 2015 ha curato, sul quotidiano La Voce di Romagna, la rubrica domenicale "Kursaal e dintorni". Nel 2014 ha dato alle stampe, sempre per i tipi di Panozzo editore, "Il conte che amava volare. La rimini di Guido Mattioli". Nel numero di dicembre 2014 la rivista nazionale “Il Fotografo”, stante l’importanza della sua passione e della sua collezione, gli ha riservato un ampio articolo-intervista. Nel dicembre del 2015 ha inaugurato la sua prima mostra (Rimini, Foyer del Teatro Galli) dal titolo: "La Prima Stagione. Gli esordi della Rimini balneare attraverso le immagini inedite della Collezione Alessandro Catrani".


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