Sogni sparsi nel cassetto

Pubblicato il: 28 Gennaio 2015

La Fondazione Federico Fellini, dopo il successo riscosso con la mostra "Fellini Oniricon. Il libro dei miei sogni", presentata prima a Roma in occasione della Festa del Cinema e poi a Rimini a Castel Sismondo, ha deciso di far conoscere al pubblico
altri materiali analoghi, svelando così nuovi elementi dell’universo fantastico del Maestro. Oltre agli straordinari “racconti” notturni presenti nel Libro dei sogni, così intimamente legati a quelli cinematografici, c’è dunque dell’altro.
C’è una serie di disegni infilati in ordine sparso fra le pagine dei due volumi originali del Libro dei sogni. C’è lo storyboard del sogno del cinese realizzato nel 1971, ma che si riferisce ad un sogno del 1960 raccontato in almeno tre versioni differenti; ci sono dei tovaglioli, su cui l’estro incalzante del genio ha impresso altre misteriose chimere.
Ci sono inoltre, in anteprima assoluta, le fantasie oniriche di un’amica rielaborate dalla creatività del regista e trasformate in immagini. È risaputo che Fellini aveva un interesse nei confronti dei sogni di amici e collaboratori ai quali chiedeva insistentemente di raccontarglieli. Se, come dice Kezich, il Libro dei sogni rappresenta “la parte più autentica e personale” della sua filmografia, questo singolare confronto con le rielaborazioni grafiche che lo stesso Fellini produceva appropriandosi in qualche modo dei sogni degli altri può permettere un ulteriore passo avanti verso la comprensione dell’arte felliniana.
I sogni presentati in questa esposizione appartengono tutti ai primi anni sessanta, che sono poi gli anni in cui Fellini ha iniziato il suo rapporto con Bernhard, lo psicoanalista junghiano che lo sollecitò a fissare su carta le sue fantasie oniriche e che diede di fatto il via alla stesura del Libro dei sogni. Una dimensione, quella onirica appunto, che diventa
da allora centrale nella sua attività creativa: basti pensare a diverse sequenze dei film di quel periodo e in particolare ad 8½, capolavoro del 1963, dove sogno e realtà si sovrappongono fino a confondersi. Fellini non abbandonerà più questa chiave interpretativa e per questo i suoi sogni, realizzati con il talento di un vero e proprio artista figurativo, non hanno solo un indiscusso valore estetico, ma ci aiutano ad avvicinarci ai significati più profondi della sua poetica.

La mostra, a ingresso libero, verrà inaugurata dal Sindaco di Rimini Alberto Ravaioli giovedì 20 marzo, alle ore 18,30, nel Museo Fellini di via Clementini (angolo via Oberdan)
Rimarrà aperta tutti giorni, tranne il lunedì, dalle 16,30 alle 19,30.
Il sabato e la domenica anche la mattina dalle 10 alle 12. Sono previste visite su prenotazioni per gruppi e comitive.

Per informazioni:
Fondazione Fellini, via Oberdan 1, Rimini
tel. 0541-50303
fondazione@federicofellini.it - museo@federicofellini.it
www.federicofellini.it